Quando Kafka chiese di bruciare le sue opere

Se oggi tra gli scaffali di una biblioteca o libreria troviamo “Il Processo”, “Il Castello”, “America” di Kafka è soltanto grazie a Max Brod, giornalista scrittore e compositore austriaco, che non rispettò il testamento del suo amico scrittore.

I due si conoscono nell’ ottobre del 1902 alla Charles University di Praga, dove studiano giurisprudenza. Quel giorno Brod tiene una lezione su Arthur Schopenhauer e fa la conoscenza di uno studente che vedeva spesso : “Tendeva a partecipare a tutti gli incontri, ma fino a quel momento non ci eravamo quasi presi in considerazione”
“Kafka era difficile da notare …anche i suoi abiti eleganti, solitamente blu scuro, erano poco appariscenti”.
Tra i due nacque un’amicizia che portò Brod a diventare suo biografo (la sua biografia dello scrittore uscì nel 1937) e unico erede.

Nel 1923 Kafka, stremato dalla tubercolosi, gli scrive una lettera, nella quale affida a Brod un compito preciso: “Caro Max, forse stavolta non mi rimetterò più in piedi, dopo questo mese di febbre l’arrivo della polmonite è abbastanza probabile…Ecco le mie ultime volontà su quello che ho scritto: di tutti i miei testi contano solo i libri: La Condanna, Il Fochista, Metamorfosi, Colonia Penale, un Medico di Campagna e il racconto “Un Digiunatore”. (…) Tutti gli altri miei scritti ancora esistenti, invece, senza eccezioni, e preferibilmente senza che vengano letti (…) devono essere bruciati, e ti prego di farlo il prima possibile”.
Kafka muore nel 1924 e Max Brod non ci sta a distruggere quei capolavori, ha sempre considerato Kafka “il più grande poeta del nostro tempo”.
Li riordina e li pubblica tutti, uno dopo l’altro: nel 1925 “Il Processo”, nel 1926 “Il Castello” e nel 1927 “America”.

Nel 1939 chiude centinaia di fogli autografi di Kafka, tra cui i romanzi, in una valigia e li porta con sé durante la sua fuga verso la Palestina, salvandoli anche dal nazismo.

Max Brod morirà nel 1968. Grazie alla sua determinazione nel riconoscere il talento dell’amico, oggi tutti noi possiamo leggere e rileggere tutti i suoi straordinari capolavori.