M. il figlio del secolo. Recensione

M. il figlio del secolo è il titolo del romanzo che andrò a recensire e che a mio avviso è un’opera unica, che narra uno spaccato della storia dell’Italia da un punto di vista molto particolare. Il romanzo  è dello scrittore e accademico Antonio Scurati, è stato pubblicato nel 2018 edito da Bompiani e ha vinto l’edizione 2019 del Premio Strega.

M. Il figlio del secolo è un romanzo storico, narra l’ascesa del partito fascista dagli anni successivi alla prima guerra mondiale all’anno successivo delitto Matteotti, avvenuto nel 1924. Ciò che lo rende unico è il punto di vista: le vicende storiche che tutti noi abbiamo studiato a scuola e che hanno caratterizzato l’organizzazione e l’evoluzione del partito fascista è di Benito Mussolini.

Lui è il personaggio che racconta e analizza tutto ciò che accade. L’idea dell’autore è stata audace e durante la lettura l’effetto è davvero sorprendente; la storia non viene narrata a posteriori e analizzata da un chi sa già tutto, è raccontata in terza persona, è vissuta all’interno.

TRAMA

Il romanzo inizia il 23 marzo del 1919. Il neonato movimento dei fasci di combattimento è formato da pochi militanti, in maggioranza reduci di guerra; inizialmente non registra un gran seguito, in un’Italia dominata politicamente dal Partito Socialista e dalle idee rivoluzionarie che provengono dalla Russia. Si vivono mesi di trepidazione, di scontri. La rivoluzione totale, nonostante il numero esorbitante di elettori e militanti nelle fila dei socialisti però non avviene. I leader socialisti esitano, il popolo è solo una massa inferocita ma senza condottiero. Nell’attesa della rivoluzione Mussolini è a Milano e scrive nel piccolo studio-redazione del giornale “Il Popolo d’Italia” fondato da lui nel 1914. In cerca di uno spazio nella politica del periodo Mussolini, attraverso le pagine del romanzo, analizza tutto ciò che accade e inizia a formare le sue idee, staccandosi man mano da una vicinanza ideologica con la sinistra di cui era stato membro.

Nel frattempo però la storia sembra avanzare senza di lui: sono gli anni dell’occupazione di Fiume di Gabriele D’Annunzio (osannato da tanti sostenitori provenienti dallo stesso movimento di Mussolini) e delle prime reazioni ai disordini che i socialisti attuano in attesa della rivoluzione. E’ in quel reagire allo strapotere tangibile e al tempo stesso fragile dei socialisti che Mussolini intercetta il bacino di sostenitori che cercava per il suo movimento. Inizierà a mettere in campo tutte le sue abilità politiche per arrivare al potere e, circondandosi di quelli che formeranno il gruppo dirigente del futuro regime, riiuscirà a mettere alle corde quella che sembrava la forza politica più solida e destinata a prendersi il potere del paese. Il romanzo termina il 3 gennaio 1925.

 

Il LIBRO

La struttura di M. Il figlio del secolo è caratterizzata dalle date. Per ogni data l’autore ripercorre le vicende di un personaggio e introduce il tutto da frammenti di articoli di giornale dell’epoca, da telegrammi e lettere private che sono un modo perfetto di accompagnare il lettore a rivivere quei giorni,

Il libro è stata una piacevole scoperta. Il personaggio di Benito Mussolini non è certamente estraneo alla letteratura, come non lo è per il cinema e, ovviamente, per la saggistica. Ma un romanzo scritto dal suo punto di vista è davvero unico e merita di essere letto non con la pretesa di scorgere una versione di quello che è successo in quegli anni, ma con la semplice volontà di seguire gli avvenimenti dal racconto di chi li ha vissuti. Mi è piaciuta tantissimo la frase che apre il libro  “Fatti e personaggi di questo romanzo non sono frutto della fantasia dell’autore”. Per scrivere M. Il figlio del secolo l’autore ha compiuto un’opera di ricerca importante, avvalendosi di tantissime fonti e leggere la sua opera per me è stata un’esperienza che mi ha arricchito, permettendomi di immergermi in un periodo storico cruciale per l’Italia.