Émile Zola, Germinale. Riassunto, personaggi e recensione

Germinale (Germinal) è un romanzo dello scrittore francese Émile Zola, pubblicato come romanzo d’appendice nel quotidiano francese Gil Blas tra il novembre 1884 e il febbraio 1885 e il mese successivo come romanzo. In Italia la prima edizione risale al 1886.

Germinale è ambientato in una zona mineraria a nord della Francia, che in piena seconda rivoluzione industriale (seconda metà dell’800), vive un particolare periodo di agitazione. I lavoratori sono in fermento e si organizzano rivendicando diritti e salari adeguati. Si assiste a una stagione di lotte che culmineranno con posizioni sempre più radicali che sfoceranno nei primi decenni del ‘900 con i grandi movimenti di massa.

Emile Zola ha scelto Germinale come titolo del romanzo perchè esso è un mese del calendario rivoluzionario francese, adottato con la proclamazione della Repubblica, che precede la primavera. Indica quindi un momento di passaggio, e nel finale del romanzo questo concetto e questa metafora è spiegata alla perfezione.

 

Minatori pronti a scendere nel pozzo

PERSONAGGI PRINCIPALI

Stefano (Étienne Lantier) è il protagonista del romanzo. È un giovane meccanico disoccupato che, in cerca di lavoro, approda nel nord della Francia e riesce a farsi assumere come minatore. Il personaggio di Stefano subisce un cambiamento nel corso della storia. Se inizialmente appare remissivo nel sottostare alle difficili condizioni lavorative della miniera, man mano che capisce i meccanismi…..matura un sentimento di rivalsa, che lo porta a diventare il capo della rivolta dei minatori. Incerto sui metodi di protesta e sulla loro efficacia, tenterà di indirizzare la rabbia degli operai in un

Caterina Maheu (Catherine Maheu). È la figlia della coppia di minatori che ospita Stefano durante il suo lavoro in miniera. La ragazza, che tutti i giorni scende in miniera a trasportare carrelli pieni di carbone, subisce le ristrettezze, la fatica e la sua …….Si fidanza con Chaval, minatore violento e , nonostante l’amore per Stefano, che per tutto il romanzo cercherà di avere con sé.

Maheude Maheu. Vive insieme al marito, ai suoi cinque figli e al suocero invalido, nella modesta abitazione del borgo dei minatori. Donna di carattere e dedita alla famiglia sposa subito le teorie sul riscatto dei lavoratori di Stefano. Pagherà sulla propria pelle le conseguenze della rivolta.

Toussaint Maheu è il marito di Maheude. Grande lavoratore e minatore esperto si esporrà in prima persona a difesa dei diritti dei lavoratori.

Chaval è il rivale in amore di Stefano. Fidanzato di Caterina, non ha un buon rapporto coi genitori di lei, ed è violento e possessivo con la ragazza. Affronta diverse volte Stefano e si dimostra disonesto nei confronti degli altri minatori nella causa della rivolta.

Souvarine. Russo e in Francia come minatore dopo essere emigrato a seguito della condanna a morte della sua fidanzata, Souvarine è un personaggio che compare spesso nel romanzo, immerso nel suo alone di mistero e apparente indifferenza per ciò che lo circonda. Passa il suo tempo libero in taverna, a fumare compulsivamente sigarette e accarezzare un coniglio domestico di proprietà dell’oste. Anarchico, non condivide le modalità con cui Stefano cerca di coinvolgerlo nelle proteste contro i proprietari della minieria. Il suo contributo alla causa degli operai arriverà tardivamente e con effetti drammatici.

Rasseneur. Ex operaio agitatore è l’oste che gestisce con la moglie la locanda più frequentata dai minatori del paese. Ha una sua personale idea, più “socialista” che “comunista”, per migliorare le condizioni di lavoro e di vita degli operai. Preferisce i toni morbidi a quelli violenti e più volte si scontrerà con Stefano a causa delle sue posizioni politiche.

Famiglia Hannebeneu. Dirige la miniera di Montsou. Vive una vita agiata, fatta di ricchi pranzi e gite fuori porta. Il capofamiglia, Mr. Hannebeneu subisce la rivolta dei minatori e non mostra

Famiglia Grégoires . Azionisti della Compagnia della miniera e amici della famiglia Hannebeneu. Hanno una figlia, Cecilia, sulla quale riversano tutte le loro attenzioni e le aspirazioni.

 

Manifesto di Germinale apparsa sul quotidiano Gil Blas

TRAMA

Germinale si apre con Stefano Lantier, giovane meccanico disoccupato, che parlotta con alcuni operai cercando un impiego nella zona mineraria di Montsou, nel nord della Francia. Si reca nella miniera e conosce Caterina, una ragazza che lavora in miniera con suo padre e i suoi fratelli. Dato l’abbandono del posto di lavoro di un minatore, Stefano viene assunto grazie all’intervento del padre di Caterina, il signor Maheu, esperto minatore.

Stefano inizia così a vivere sulla sua pelle le condizioni di lavoro terribili in cui operano migliaia di persone, stremate dal caldo, dalla fatica, dalle continue richieste dei superiori e dalle paghe esigue. Matura una visione diversa delle cose grazie a Rasseneur, il proprietario della locanda, in cui Stefano va a bere birra dopo il turno in miniera.

Ex agitatore, Rasseneur conosce i testi teorici del socialismo e Stefano, infatuato da una prospettiva di vita diversa da quella in cui vive lui insieme ai compagni, inizia ad approfondire le tematiche leggendo avidamente qualsiasi libretto riesce a ottenere. Man mano che acquisisce quella che Marx chiama “coscienza di classe” Stefano fantastica di un riscatto totale degli operai, dell’assoggettamento dei padroni e un nuovo inizio, in cui tutti sarebbero finalmente liberi da quella nuova schiavitù.

Trasmette le sue aspirazioni alla famiglia Maheu, di cui è ospite nel borgo fatto costruire dai proprietari della miniera per dare un tetto agli operai. I coniugi Maheu si lasciano trasportare dal suo entusiasmo e così tutti i minatori che vivono nel borgo. Dopo che la Compagnia decide di abbassare ulteriormente i salari per spese di manutenzione straordinarie della miniera tutti gli operai maturano l’intenzione di scioperare a oltranza. Si riuniscono nel bosco e ascoltano i discorsi pieni di esaltazione di Stefano e Pluchart, delegato dell’Internazionale, fischiando le parole più morbide di Rasseneur. In un drammatico susseguirsi di scontri, uccisioni e atti vandalici ai danni delle miniere della zona, i minatori restano senza cibo per mesi interi, mentre la Compagnia decide di chiedere l’intervento dell’esercito a difesa della sua proprietà.

I gendarmi, schierati con i fucili carichi, dopo che la protesta dei minatori aumenta di intensità sparano sulla folla, uccidendo bambini, donne e vecchi. Stefano, che vede la sua strategia di lotta ormai fallita, fugge e si nasconde, mentre il resto dei minatori riprende lentamente la vita di prima, tornando a lavorare. L’ultimo sussulto della rivolta sarà catastrofico e per tutti gli operai sarà l’atto finale di una battaglia che, seppur persa, rappresenterà l’inizio di una nuova stagione di contrasti.

Emile Zola

LO STILE

Germinale è un libro classico, nel senso che tutta la storia segue una linearità nell’evoluzione dei personaggi e delle situazioni. La storia segue l’evoluzione della presa di coscienza dei minatori della miniera Voreux di Monsou. All’inizio infatti tutti loro vivono non accorgendosi della disumanità del loro impiego; le loro lamentele riguardano il trattamento che la Compagnia riserva sulle paghe giornaliere, ritoccate al ribasso in base a spese continue per la manutenzione del pozzo.

Successivamente grazie a Stefano capiscono che un cambiamento è possibile e si danno da fare per comunicare il loro disagio ai gestori della miniera. Alla fine soccombono ma con riserva, aspettando in cuor loro tempi più maturi.

Il romanzo si legge agevolmente, anche nella scrupolosa ricostruzione storica e ambientale, e i personaggi sono rappresentati in maniera precisa e impeccabile. La storia d’amore tra Stefano e Caterina ha i toni drammatici tipici dei romanzi di Zola ma non appare mai banale ne tanto meno stucchevole.

EMILE ZOLA E GERMINALE

Emile Zola non era un autore che scriveva senza prima conoscere a fondo l’oggetto della sua opera. Del resto la corrente letteraria nella quale si inserisce, il Naturalismo, prevedeva una fedeltà rigorosa nelle descrizioni e nelle ambientazioni.

Sappiamo che Emile Zola per la stesura di Germinale si documentò parecchio. Per ottenere materiale per il suo romanzo si recò nella zona mineraria di Calais , dal 23 febbraio a 2 marzo 1884, proprio mentre partì lo sciopero dei minatori. Per otto giorni frequentò da vicino i borghi operai di Anzin e Bruay. Discese insieme ai minatori nel pozzo Renard della Anzin Mines Company a Denain. Conobbe anche il sindacalista Emile Basly, a cui forse si ispirò per il personaggio di Stefano (Étienne Lantier).

Durante i suoi sopralluoghi intervistò i minatori, gli ingegneri e prese appunti sulla loro vita quotidiana. A Parigi, continuò a seguire lo sviluppo degli eventi sui giornali e trascrisse le sue note nei miei appunti su Anzin .

OSSERVAZIONI PERSONALI

Il libro, seppur abbastanza voluminoso, non è stato mai “pesante” da leggere. Lo stile di Zola è unico e le vicende dei personaggi sono illustrate in maniera coinvolgente e mai noiosa. Germinale mi ha aiutato a conoscere la realtà molto dura del lavoro in miniera in un’epoca in cui i diritti dei lavoratori erano minimi se non assenti. Il protagonista di Germinale, Stefano (Étienne Lantier) mi è parso un sognatore alle prese con la crudeltà del mondo e l’imprevedibilità dell’uomo.

Nonostante le sue nobili intenzioni, era perennemente combattuto riguardo ai modi con cui condurre la rivolta. Violenza o via democratica? Del resto lui stesso si definisce un violento capace di qualsiasi cosa (specie dopo aver assunto alcol). La sua figura, di ragazzo idealista e forse anche catturato dai lustrini di un approdo alla politica che conta, cozza un po’ con la fame brutale degli operai con intere famiglie a carico. E