Meglio leggere un ebook o un libro cartaceo?

Ecco un articolo che scrissi sugli ebook nel 2012. Qualche anno fa era molto acceso il dibattito su questo nuovo modo di leggere libri. Oggi acquistare online un libro e leggerlo sul proprio tablet, smartphone o pc sembra una pratica quasi consolidata, grazie a dispositivi accessibili a tutti e numerosi titoli in questo nuovo formato. Ma è meglio leggere un ebook o un libro cartaceo? Resto dell’idea, come nel 2012, che è tutta una questione di praticità; certo la carta ha il suo fascino, ma puntare solo sulla fisicità del libro rischia di trasformarlo in un oggetto da arredamento. Sono per “i contenuti del libro” prima di tutto, che sia stampato o digitalizzato non importa. A me basta leggerlo.

Il passaggio a nuovi mezzi per leggere e conservare la letteratura non è cosa nuova. Siamo abituati a sfogliare le pagine di un libro come se questo, la sua fisicità, la sua consistenza, sia la punta dell’iceberg di una evoluzione che ci ha portato dai materiali antichi a noi.
Beh io sono fermamente convinto che una simile consapevolezza sia sbagliata, del tutto incongruente persino con la pretesa dei giorni nostri di essere “nuovi”, “moderni” e “tecnologicamente avanzati”.
“Ok ma i romanzi non sono le canzoni, ci vorrebbe più rispetto nel considerarli asettici file da caricare nel computer, sullo smartphone o sul tablet” diranno i bibliofili amanti degli scaffali colmi di libri; in realtà nulla di diverso allontana una biblioteca virtuale da una reale: i titoli sono gli stessi così come i contenuti. E allora? Cosa c’è che fa esclamare: ;…?
Facciamo un passo indietro, anzi, molto indietro.
Nella seconda metà del II sec. gli scritti letterari appaiono in una veste del tutto nuova: quella del “quaderno fatto di pagine”, in latino Codex. Esso soppianterà il rotolo (in latino volumen).
Come si organizzarono le biblioteche? Il rotolo aveva una lunghezza compresa tra i sette e dieci metri. Nel passaggio al “libro” Si optò alla suddivisione di questi testi in unità più brevi. La Legge di Mosè, ad esempio, si trovò suddivisa in cinque libri, ognuno con il proprio titolo.
Questa transizione non fu priva di dissenso, e come sta accadendo oggi molti furono coloro che si opposero, visto che il rotolo era stato usato sin dai tempi più antichi (si pensi alla Grecia).
Il libro è arrivato ai giorni nostri senza cambiamenti degni di nota, si può anzi pensare che sia quasi identico a quelli che circolavano nel ’600 o ’700 (salvo per la grafica e talvolta i materiali naturalmente). Nessuno credo che oggi si ostinerebbe a stampare su rotoli di pergamena e a rivendicare la loro veste sacra rispetto al libro.
Con l’avvento dei nuovi strumenti di lettura (e scrittura) si sta verificando uno scenario suggestivo che rimanda proprio all’evoluzione appena citata. Il libro concepito come copertina e pagine rilegate sta lasciando il posto al libro (si chiamerà ancora così) che non si tocca ma che si legge ugualmente.
Del resto anche in altri settori è avvenuta tale trasformazione (alcuni strumenti a fiato o a corda sono “suonabili” anche con una tastiera) che ha portato l’utilizzo di oggetti diversi condensati in uno solo.
Con un tablet posso leggere La Divina Commedia senza per questo leggerla in maniera diversa o in un’ottica diversa: le rime di Dante sono e saranno sempre le stesse.
Per quanto riguarda la presenza delle librerie intese come spazio riservato ai libri, alla loro catalogazione e vendita, il discorso è il medesimo delle biblioteche: esse dovranno adattarsi agli Ebook e fare in modo che essi siano consultabili allo stesso modo di quelli di carta, come avevano provveduto le loro antenate del II-IV secolo al codex.
La scuola non avrebbe problemi nel fornire agli studenti i testi necessari e (spero non sia utopia) persino le università potrebbe distribuire i libri immediatamente a tutti.
L’acquisto degli Ebook sarebbe anche utile (voglio spezzare una lancia a favore degli ambientalisti) per ridurre l’uso di carta per stampare i volumi.
Insomma sono favorevolissimo alla rivoluzione del libro, a patto che essa sia regolamentata dalle case editrici e sia uno strumento valido per gli autori che vedrebbero REALMENTE i loro romanzi e scritti in generi essere patrimonio di tutti con una velocità mai conosciuta fino ad ora.