Arthur Miller, Focus. Riassunto e recensione

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Focus è un romanzo scritto da Arthur Miller e pubblicato nel 1945. Lo scrittore americano affronta in questo libro il trema del razzismo in maniera molto efficace e. E’ il protagonista Lawrence Newman, infatti, a provare sulla sua pelle l’intolleranza razziale pur non avendo nulla a che fare con i soggetti discriminati.
Tornano in mente le celebri parole attribuite erroneamente a Bertolt Brecht, che rimbalzano da anni sui social network:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.


Riassunto Il protagonista di Focus è un americano medio: Lawrence Newman. Un uomo che vive il piattume della sua esistenza tra lavoro e casa a Brooklyn. Ha combattuto la grande guerra, è sopravvissuto e si è messo alla ricerca di un lavoro che per diversi anni è stata la sua unica occupazione e preoccupazione. L’elemento che scombina la tranquilla ignavia di Lawrence è costituito da improvvisi problemi alla vista. L’uomo acquista un paio di occhiali nuovi e da quel momento la sua vita cambia.

In Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello la vita del protagonista Vitangelo Moscarda cambia dal momento in cui sua moglie gli fa notare il difetto del suo naso. Si accorge che tutti lo guardano in modo strano, che lui non è più il Vitangelo Moscarda di sempre.
In Focus Lawrence, dal momento in cui indossa gli occhiali, vede progressivamente vacillare la sua identità. Gli altri, i colleghi del posto di lavoro e i conoscenti, lo considerano un ebreo. Essere un ebreo in quegli anni e in quelle zone d’America significava doversi guardare le spalle da gruppi razzisti e violenti che rivendicavano l’appartenenza alla razza ariana .
Lawrence perde il suo lavoro, non sa più chi è. Il lettore è in balia dei suoi sentimenti: da un lato lui è cosciente del fatto di non essere ebreo e di non aver nulla da temere, ma dall’altro capisce che chi lo circonda è nel torto.

Inizialmente Lawrence reagisce, cambia lavoro e conosce addirittura una donna, Gertrude, di cui si innamora e che diventa sua moglie. Ma nonostante la tranquillità ripiomba a subire sottili persecuzioni psicologiche e dispetti da parte dei vicini di casa. Tutti lo considerano un ebreo, e persino sua moglie (che conosce la sua religione) lo sprona a giustificarsi con i vicini e a passare dalla parte del “Fronte Cristiano” per non essere più vittima di continui dispetti. Lawrence ci prova, partecipa a un’assemblea “ariana”, ma viene scacciato perché “non applaudiva e non partecipava”.

Da quel momento emerge tutta la sua umanità. Lawrence non si piega ai ricatti e non vuole sottostare alle regole di quelle persone esaltate e violente. Decide di chiudere i rapporti col suo vicino “ultra-ariano” Fred e non vuole trasferirsi dal quartiere in cui abita. Subisce, subisce ma non si arrende.
Una sera è vittima di un’aggressione da un gruppo di facinorosi. Sua moglie se la da a gambe e lui si ritrova a lottare insieme al suo amico ebreo, il negoziante Finkelstein, dal quale viene salvato. Si reca alla polizia e sporge denuncia contro gli aggressori.

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Arthur Miller

IL RAZZISMO Essere vittima di razzismo è un abominio che nessuno dovrebbe mai provare. Lawrence, nonostante non sia ebreo, vive sulla sua pelle tutto l’odio dei suoi vicini di casa e colleghi, gente che apparteneva al suo mondo e che condivideva le sue tradizioni. Lawrence finisce per essere dalla parte dei discriminati e, dopo essere stato tra gli indifferenti che fanno finta di ignorare le ingiustizie, diventa lui stesso una vittima. Non si piega alle minacce, non cede ai compromessi. Inizia a lottare con loro, gli ebrei, dopo aver capito l’assurda pericolosità del razzismo.

Significativo è lo scambio di battute tra il negoziante ebreo Finkelstein e Lawrence Newman.

«Molte sono le ragioni per cui la gente non ama gli ebrei. Per prima cosa non hanno principi»
«Non hanno principi?»
«Sì, negli affari per esempio, li vedete ingannare, mettersi in posizione di vantaggio. Questa è una cosa che la gente…»
«Permettetemi di capire. State parlando di me adesso?»
«No, non di voi, ma…» La sua mano destra cominciò a tremare.
«Non mi interessano gli altri, Mr. Newman. Abito in questo isolato….e non ci sono ebrei qui all’infuori di me e della mia famiglia. Siete mai stato frodato da me?»
«Non si tratta di questo. Voi…»
«Vi chiedo scusa signore. non mi dovete dire che certi ebrei frodano nei loro affari. E’ un punto, questo, su cui è inutile discutere. Probabilmente so che la compagnia telefonica fa pagare cinque cent una telefonata mentre farebbe già un buon guadagno facendola pagare un penny. Questo è un fatto provato. La compagnia telefonica è diretta e gestita da ariani.Ma appunto perché siete un ariano non me la piglio con voi quando devo introdurre un nikel se ho bisogno di fare una telefonata. Eppure gli ariani mi frodano. Perché me ne dovrei andare da questo rione, Me. Newman?»

220px-Focus_posterDal romanzo Focus di Arthur Miller è stato tratto nel 2001 un film, Focus, diretto da Neal Slavin. Tra gli attori William H. Macy, Laura Dern, David Paymer, Meat Loaf.