Secondo la visione socialista dell’autore questo potere sarà sconfitto ma solo attraverso una presa di coscienza collettiva.
TRAMA.
A raccontare le varie tappe che porteranno allo scontro diretto con il potere è Avis Everhard, una “borghese pentita”. Figlia di un docente universitario Avis inizialmente assiste passivamente agli incontri in casa sua tra il padre e uomini della “buona società”. Tra questi uomini spunta Ernest Everhard, un giovane operaio idealista. Ernest è un ragazzo seriamente intenzionato a rovesciare il potere oligarchico americano e mondiale, che considera la panacea di tutti i mali. Convinto dello sfruttamento subito dai lavoratori a causa del potere (denominato Tallone di Ferro) dell’oligarchia, Ernest diffonde le sue teorie socialiste improntate principalmente sull’insegnamento di Marx.
Avis si innamora di Ernest e inizia subito a interessarsi delle condizioni degli sfruttati; si rende conto della realtà che la circonda e passa dalla sua parte insieme al padre, che a causa della sua scelta sarà costretto a lasciare il suo posto all’università e a occuparsi di lavori umili e sottopagati. Tra un susseguirsi di piani d’azione e desiderio di cambiare la società americana, Avis e Ernest vivranno sulla loro pelle l’escalation di violenza della Comune di Chicago in cui sfruttati e sfruttatori si scontreranno.
Il manoscritto di Avis si interrompe bruscamente nel corso della narrazione, lasciando in sospeso tutti i passaggi che determineranno la riuscita del loro intento.
Il racconto di Avis è commentato da qualcuno che decide di riproporlo moltissimi anni dopo, in un mondo in cui il Tallone di Ferro è definitivamente sconfitto.
PERSONAGGI PRINCIPALI.
Del personaggio di Ernest Everhard, sin dall’inizio del racconto, viene messa in risalto soprattutto la sua abilità di oratore. Leggendo i suoi scontri verbali con i diversi membri della borghesia e dell’oligarchia che si alternano nei luoghi di dibattito di Ernest emerge poco la sua “fisicità”, per lasciar spazio alla sua capacità di ragionare e vincere qualsiasi duello verbale. E’ proprio questa sua dote a colpire Avis; grazie ai suoi discorsi la ragazza inizierà ad interessarsi degli sfruttati e delle vittime del Tallone di Ferro e lo seguirà fino alla fine, nella lotta armata.
Jack London è riuscito a caratterizzare il personaggio attraverso le sue parole e non come guerriero armato (Ernesto Che Guevara forse deve il suo nome proprio a lui).
“Ha già dimenticato le promesse. Eravamo d’accordo nell’ammettere che l’uomo ordinario è egoista. L’uomo ordinario è quello che è. Ora invece lei parte per la tangente e vuol fare una distinzione fra quest’uomo e gli uomini come dovrebbero essere, ma come non sono in realtà. Ritorniamo sulla terra: il lavoratore, essendo egoista, vuole, del pari, avere tutto ciò che può prendere. Quando una cosa esiste in quantità limitata, e due uomini vogliono averne ciascuno la parte maggiore, nasce un conflitto d’interessi. E’ il conflitto che esiste fra capitale e lavoro, e è uno scontro inconciliabile. Finché esisteranno operai e capitalisti, litigheranno per la divisione del guadagno”
Avis Everhard è la voce narrante, una ragazza che passa da una vita piena di vizi e pregiudizi alla lotta per difendere gli oppressi. Non è una donna che si accontenta di seguire il giovane rivoluzionario di cui è innamorata; decide di “sporcarsi le mani” diventando uno dei punti di riferimento del partito socialista americano e guerrigliera. Si ritroverà nella drammatica Comune di Chicago nella duplice posizione di spia nelle fila del Tallone di Ferro e rivoluzionaria.
“Durante quel periodo mi stupivo molto della mia metamorfosi che, a volte, mi sembrava perfino inverosimile, sia perché forse ero cresciuta nella tranquillità di una città universitaria, sia perché ero diventata rivoluzionaria avvezza alle scene di violenza e di morte. L’uno o l’altro sembrava impossibile: se l’uno era vero, l’altro doveva essere un sogno; ma quale delle due cose era vera?”
Il Vescovo Morehouse è un membro della chiesa che trova nella missione di Ernest punti di contatto con l’insegnamento di Cristo. Accortosi di vivere nella ricchezza tralasciando l’aiuto ai più bisognosi, il vescovo inizia a girovagare per il paese e tocca con mano la . Finirà per essere perseguitato, emarginato e rinchiuso in manicomio. Morirà negli scontri della Comune di Chicago.
“Non dobbiamo dedicarci solo a far denaro: dobbiamo dare noi stessi, come faceva Cristo. tale oggi è il messaggio della Chiesa. Ci siamo allontanati molto, smarrendoci, dall’insegnamento del Maestro. Ci siamo consumati nel nostro lusso. Abbiamo innalzato il vitello d’oro sull’altare.”
Leggendo Il Tallone di Ferro si ha l’impressione di sfogliare un saggio storico più che un romanzo; gli episodi raccontati da London risultano davvero verosimili, a tratti profetici. Le teorie socialiste vengono sistematicamente spiegate attraverso esempi, e questo lascia emergere il punto di vista dell’autore.
I fatti sono estrapolati dalle memorie di Avis tramandate attraverso un manoscritto. I periodi sono brevi, diretti; un susseguirsi di azioni e denunce alla società dominata dall’oligarchia.