Dino Buzzati – Un Amore – SCHEDA

Un amore è il romanzo scritto da Dino Buzzati alla fine degli anni ’50 e pubblicato da Mondadori del 1963. Sulla copertina dell’edizione del 1970 Mondadori, per la collana Oscar, c’è un disegno di Buzzati (che è stato oltre che scrittore anche pittore)  del 1965 che ritrae Laide, la protagonista del romanzo e, sotto il titolo il sottotitolo: “Come un borghese può impazzire d’amore per una ragazza squillo”. 

“Il protagonista di Un amore ha atteso troppo, senza saperlo: è rimasto nell’intimo un giovane, crede che il sentimento sia ancora capace di tutti i miracoli. Mentre lei, giovanissima d’anni, ha assorbito invece la cinica spregiudicatezza morale di un’epoca. L’amore dell’uomo, un vero amore, è destinato così a smarrirsi nella menzogna, come in un labirinto. Ma anche dai meandri di questo assurdo amore si leva, limpido, il canto di Buzzati. La sua Milano è il ritratto della metropoli, e insieme il simbolo della Babele d’ogni tempo, con i suoi inferni vecchi e nuovi, i suoi falansteri giganteschi, corte sue piazzette, certi suoi grovigli di vicoli, certi angoli segreti.”

IMG_1345TRAMA. Antonio Dorigo è un architetto 49enne che vive a Milano, in cui lavora e guadagna abbastanza per condurre un esistenza agiata. E’ scapolo e frequenta una casa d’appuntamenti gestita dalla signora Ermelina, una cocotte di mezza età che guadagna gestendo gli incontri delle donne cercando di salvaguardare la reputazione del luogo. Antonio è un cliente fisso della struttura e un giorno ha un rapporto sessuale con una giovanissima prostituta di nome Laide, diminutivo di Adelaide, ballerina della Scala e di locali notturni, della quale si innamora istantaneamente. Inizia tra i due un rapporto pieno di ostacoli: all’inizio Antonio mantiene le distanze, convincendo la ragazza a vederlo poche volte a settimana. Con il passare dei mesi Antonio diventa sempre più possessivo e Laide si dimostra scostante, distaccata, con la testa perennemente altrove. Più Laide evita di incontrare Antonio più questi diventa sospettoso e cerca in tutti i modi di controllarla. Le propone di vivere in un appartamento pagando per lei l’affitto e le promette di pagarle una sorta di “stipendio” mensile solo per poterla vedere ogni volta che vuole. Nonostante i suoi sforzi Laide è sempre impegnata e si dimostra poco propensa a sottostare al controllo e alla presenza di Antonio. Inventa impegni e salta gli appuntamenti, chiamandolo solo quando si trova in difficoltà (chiedendo passaggi per spostarsi in altre città o per accudire il suo cane). Antonio è consapevole di vivere una situazione umiliante e manifesta un’accesa gelosia per un amico di Laide, Marcello, che lei vede spesso e che considera semplicemente un amico. Dopo vari episodi in cui Antonio subisce il comportamento di Laide avviene la scoperta: mentre è in casa sua Antonio scopre le lettere della ragazza in cui sono in bella mostra tutti i suoi amanti, tra cui Marcello. Deciso a lasciarla per sempre Antonio parla di lei per l’ultima volta con un’altra prostituta di nome Piera. La donna gli apre gli occhi, lo accusa di essere un borghese qualunque, che per preservare la sua rispettabilità aveva trattato fino all’ultimo Laide come una prostituta, pagandola per vederla, nonostante si dichiarasse innamorato. Alla fine, nonostante tutto, Antonio torna con Laide “per non impazzire” e lei, che sembra diversa e forse cresciuta, gli parla della sua voglia di maternità. 

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Dino Buzzati

APPUNTI PERSONALI. Il romanzo “Un Amore” rappresenta un’opera del tutto a sé stante rispetto a quelle che hanno reso celebre lo stile di Dino Buzzati, che si affida spesso al monologo interiore per trasmettere il rimuginare continuo di Antonio sulla giovane Laide. Nel rapporto così travagliato tra l’architetto 49enne e la giovane prostituta lo scrittore affronta la forza che l’amore può esercitare sull’esistenza di un uomo e come questo può manifestarsi in maniera quasi maniacale nei confronti di una donna. Ciò che attrae nel libro è che questo sentimento si gioca tra due personaggi con trent’anni di differenza e di estrazione sociale differente. Tali differenze comportano quindi due visioni dell’amore diverse in tutto.

Nel romanzo spicca la Milano che si affaccia al boom economico, con i locali notturni, con la nuova necessità a spostarsi continuamente coi mezzi pubblici senza limiti e con la comparsa delle automobili come status symbol (Antonio guidava ancora una vecchia 600 e Laide glielo fa notare)

Erano arrivati alla seicento di Antonio. Caricarono le valigie.
«e quando ti decidi» fece lei «a cambiare questa trappola?»
«lascia perdere. Per girare in città è ancora la più comoda»
«Io sono abituata a qualcosa di meglio, sai?»
«Cosa? jaguar, Mercedes, Rolls Royce?»

Nella Milano brulicante di vita e di perdizione Antonio vive i suoi sentimenti da buon borghese; giunto a 49 anni frequenta prostitute in una casa d’appuntamenti rispettabile, frequentata da persone d’alto rango (la signora Ermellina è ben attenta a preservare la sua reputazione). Ciò che non può prevedere è la forza impetuosa dell’amore. Antonio viene travolto letteralmente da questo sentimento e trova nella giovanissima Laide una donna tutta nervi e impulso, che ha “quel qualcosa” che neanche lui riesce bene a decifrare.

Eppure, in quella svergognata e puntigliosa ragazzina una bellezza risplendeva ch’egli non riusciva a definire per cui era diversa da tutte le altre ragazze come lei, pronte a rispondere al telefono. Le altre, al paragone, erano morte. In lui, Laide, viveva meravigliosamente la città, dura, decisa, presuntuosa, sfacciata, orgogliosa, insolente. Nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni e luci equivoci, all’ombra tetra dei condominii, fra le muraglie di cemento e di gesso, nella frenetica desolazione, una specie di fiore.

Del resto, per un uomo di mezza età che non ha mai conosciuto l’amore, ritrovarsi a vivere in balia della gelosia è un fatto nuovo e Antonio si mostra inesperto e ingenuo.

Nel suo tentativo di avere Laide tutta per sé non sfrutta l’occasione per lasciarsi vincere dall’amore ma cerca di controllarlo, come se fosse un impiego, un appuntamento fisso. Da buon borghese evita di compromettere la sua immagine lasciando paradossalmente Laide fuori dalla sua vera vita, nonostante si dimostri ossessionato dai suoi spostamenti e dalle sue frequentazioni. Le paga l’affitto della casa da lui stesso procurata, le paga una somma di denaro come per comprare il suo affetto. Laide, quando Antonio si dimostra sospettoso, gli ricorda sempre che non deve trattarla come una prostituta. L’architetto però non cede alla sua voglia di non compromettersi e quindi non cede all’amore fino in fondo.


«Nessuno le impediva di essere più leale con me»
«Eri proprio tu che glielo impedivi. Tu la comperavi a rate mensili. Lei ti vendeva il corpo e tu pretendevi anche l’anima. Lo capisci che per una ragazzina non può esserci niente di peggio?…»

Alla fine del romanzo i due, dopo aver troncato ogni rapporto, si ritrovano distesi sul letto e lui inizia finalmente a vedere la ragazza con occhi diversi, nuovi, tanto da non provare più la smaniosa necessità di sapere tutto ciò che fa la sua “prostituta speciale” ma, per la prima volta, inizia a guardarla come una semplice donna.