William Blake “La nudità della donna, è il lavoro di Dio”

La nudità della donna, è il lavoro di Dio

Che potenza ha questa frase di William Blake contenuta in Il matrimonio del cielo e dell’inferno (The marriage of Heaven and Hell), opera scritta forse alla fine del 1700. 
Il poeta inglese snocciola nei Proverbi Infernali contenuti che infrangono le barriere poste dal cristianesimo agli impulsi autentici del corpo umano. Un serio capovolgimento rispetto ai Proverbi della Bibbia.

Dai proverbi biblici, in riferimento all’elogio della donna virtuosa si legge:

13Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
14È simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
15Si alza quando è ancora notte,
distribuisce il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
16Pensa a un campo e lo acquista
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
17Si cinge forte i fianchi
e rafforza le sue braccia.
18È soddisfatta, perché i suoi affari vanno bene;
neppure di notte si spegne la sua lampada.
19Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
20Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
21Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi familiari hanno doppio vestito.
22Si è procurata delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
23Suo marito è stimato alle porte della città,
quando siede in giudizio con gli anziani del luogo.
24Confeziona tuniche e le vende
e fornisce cinture al mercante.
25Forza e decoro sono il suo vestito
e fiduciosa va incontro all’avvenire.
26Apre la bocca con saggezza
e la sua lingua ha solo insegnamenti di bontà.
27Sorveglia l’andamento della sua casa
e non mangia il pane della pigrizia.

e soprattutto (al verso 30):

30Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
31Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

Domenico Morelli, Le tentazioni di Sant’Antonio, 1878 Particolare
Domenico Morelli, Le tentazioni di Sant’Antonio, 1878 Particolare

Nel dipinto dell’artista Domenico Morelli, Le tentazioni di Sant’Antonio del 1878 è raffigurato Sant’Antonio nell’atto di vincere le tentazioni del diavolo.  Seduto con le mani che stringono la veste, come per proteggersi dal peccato. Il peccato del resto è ben simboleggiato dai corpi nudi di due donne, che assumendo pose provocanti cercano di “corrompere” il santo.
Si legge sulla Vita Antonii pubblicata nel 357 e scritta da Atanasio, vescovo di Alessandria, un riferimento alla tentazione del diavolo:

Il diavolo, sciagurato, di notte assumeva anche l’aspetto di una donna e ne imitava il comportamento in tutte le maniere, con il solo intento di sedurre Antonio. Ma questi, pensando a Cristo e meditando sulla nobiltà che l’uomo possiede grazie a lui e sulla qualità spirituale dell’anima, spegneva il fuoco della sua seduzione.

Il soggetto è stato ripreso anche dall’artista Salvador Dalì, che nel suo quadro La tentazione di Sant’Antonio del 1946 dipinge una donna nuda che ostenta la propria sensualità.