Scrivere a macchina

Il foglio è bianco, luminoso, vergine. Per riempirlo con ciò che si vuole occorre tenerlo fermo, immobilizzarlo.
Ecco che bisogna infilarlo nel carrello, con la schiena contro il rullo e bloccarlo. Una volta sistemato si può iniziare a riversarci la valanga di pensieri che devono fuoriuscire dal cervello e balzare sulla carta, volando nello spazio di circa un metro che separa la fronte dalla pagina.
I pensieri allora passano attraverso le dita e le dita li scompongono in lettere. E’ nello sferragliare dei martelletti che incidono ogni singola lettera sul foglio in maniera apparentemente casuale che avviene il miracolo.
Solo dopo aver alzato gli occhi ci si rende conto che quelle lettere hanno assunto la forma di frase, periodo, strofa esattamente come erano un attimo prima nella testa.

Sto scrivendo questo post digitando ogni singola lettera con la tastiera del computer. I tasti emettono un suono “morbido”, appena percettibile, un “tap tap” continuo e le dita procedono senza sforzi, sapendo già dove trovare le vocali e le consonanti.
Tutti ormai scriviamo al computer ma scrivere a macchina è un’esperienza completamente diversa.
Ogni tanto mi piace tirarla fuori, prendere un foglio e iniziare a scrivere. Nel suo commovente anacronismo scrivere a macchina diventa una pratica che avvicina di più alla scrittura, intesa come una specie di esercizio fisico. Voi ne avete ancora una? (la mia è quella in foto)